Una ricerca effettuata da ACT, ente di ricerca no profit americano specializzato nell'ambito dell'istruzione, dimostra l'importanza delle letture complesse all'interno del programma di istruzione della scuola secondaria.
La ricerca si è focalizzata sui motivi della inadeguata preparazione degli studenti che affrontano il primo anno del college, i quali nella maggior parte dei casi non riescono a rapportarsi con le lezioni complesse e le letture più difficili, tipiche dell'istruzione universitaria.
Grazie ai test somministrati alle 'matricole' è emerso che il problema principale è proprio la difficoltà a comprendere e utilizzare il linguaggio universitario, fatto di periodi lunghi, ricchi di subordinate, concetti impliciti, relazioni tra idee sottili e spesso complicate, voacbolario ricco e ricercato (ciò sia per quanto riguarda il linguaggio tenuto dai docenti sia per quello utilizzato nei testi).
Tutte competenze acquisibili solo grazie alla lettura, attività troppo trascurata nella scuola secondaria, e presa in seria considerazione solo all'interno dei programmi scolastici della scuola elementare e, in parte, dell'obbligo.
"I docenti non sono abituati a insegnare a leggere in maniera approfondita, ma solo a insegnare materie" si difende Patricia Sullivan, direttrice del coordinamento dei programmi di Stato, sottintendendo la necessità di una riorganizzazione profonda, che parta dalle basi stesse del sistema scolastico, e che si possa avvalere dell'aiuto economico dello Stato.
La Sullivan ha inoltre sottolineato l'importanza che riveste ancora una volta il ruolo dei genitori, i quali devono imparare a ridare la giusta importanza alla lettura che - come si è visto - rappresenta l'elemento che fa la differenza per affrontare in maniera adeguata l'esperienza universitaria, a tutto vantaggio dello studente che potrebbe così evitare di incorrere nelle tipiche difficoltà che portano all'abbandono del corso di studi.
AP
3.3.06
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