3.3.06

Leggere non è (solo) un passatempo

Una ricerca effettuata da ACT, ente di ricerca no profit americano specializzato nell'ambito dell'istruzione, dimostra l'importanza delle letture complesse all'interno del programma di istruzione della scuola secondaria.
La ricerca si è focalizzata sui motivi della inadeguata preparazione degli studenti che affrontano il primo anno del college, i quali nella maggior parte dei casi non riescono a rapportarsi con le lezioni complesse e le letture più difficili, tipiche dell'istruzione universitaria.
Grazie ai test somministrati alle 'matricole' è emerso che il problema principale è proprio la difficoltà a comprendere e utilizzare il linguaggio universitario, fatto di periodi lunghi, ricchi di subordinate, concetti impliciti, relazioni tra idee sottili e spesso complicate, voacbolario ricco e ricercato (ciò sia per quanto riguarda il linguaggio tenuto dai docenti sia per quello utilizzato nei testi).
Tutte competenze acquisibili solo grazie alla lettura, attività troppo trascurata nella scuola secondaria, e presa in seria considerazione solo all'interno dei programmi scolastici della scuola elementare e, in parte, dell'obbligo.
"I docenti non sono abituati a insegnare a leggere in maniera approfondita, ma solo a insegnare materie" si difende Patricia Sullivan, direttrice del coordinamento dei programmi di Stato, sottintendendo la necessità di una riorganizzazione profonda, che parta dalle basi stesse del sistema scolastico, e che si possa avvalere dell'aiuto economico dello Stato.
La Sullivan ha inoltre sottolineato l'importanza che riveste ancora una volta il ruolo dei genitori, i quali devono imparare a ridare la giusta importanza alla lettura che - come si è visto - rappresenta l'elemento che fa la differenza per affrontare in maniera adeguata l'esperienza universitaria, a tutto vantaggio dello studente che potrebbe così evitare di incorrere nelle tipiche difficoltà che portano all'abbandono del corso di studi.
AP

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